L’ernia è la fuoriuscita di un viscere dalla sua cavità naturale; nel caso delle ernie inguinali tale fenomeno si determina a livello della regione inguinale e si manifesta con un gonfiore destinato ad ingrandirsi nel tempo. L’intervento perfezionato dal Prof. Donati consiste nell’eseguire una riparazione con l’applicazione di uno o più tappi (plug) allo scopo di chiudere il “buco” da cui fuoriesce l’ernia (porta erniaria) e nel rinforzare la zona di debolezza (parete posteriore del canale inguinale) con una rete di polipropilene.La cura dell’ernia addominale è soltanto chirurgica ed è un problema sociale tenuto conto che la chirurgia erniaria rappresenta il 7% di tutti gli interventi di ogni specialità. In Italia gli interventi per ernia sono più di duecentomila ogni anno e sono appannaggio di tutti i reparti di chirurgia generale di ogni ospedale. Tuttavia da circa un ventennio si sono organizzati anche in Italia (come negli USA e in Canada) gli ERNIA CENTER, il primo dei quali a Catania nel 1994 è stato istituito dal Prof. Angelo Donati presso l’ Ospedale Vittorio Emanuele e successivamente al Policlinico. Presso tale centro sono stati operati per ernia della parete addominale oltre quattromila pazienti, di cui più di tremila operati personalmente dal prof. Donati.
QUANDO E PERCHE’ OPERARSI?
E’ opportuno operarsi prima possibile, perchè l’ernia addominale (inguinale e/o di altra sede) è destinata progressivamente ad aumentare di volume, con dislocazione di buona parte dei visceri e conseguenti dolori, dapprima saltuari e quindi sempre più frequenti. Il decorso cronico può essere improvvisamente interrotto dallo strozzamento dei visceri e/o dall’occlusione intestinale. E’ quindi necessario un intervento di urgenza per salvare la vita del paziente, intervento non privo di rischi e da eseguire comunque in anestesia generale. L’utilizzo del cinto erniario non è consigliabile poichè non curativo, nasconde il problema e non lo risolve, anzi lo aggrava determinando col tempo la formazione di aderenze, che possono favorire le suddette complicanze.
OPERARSI PRIMA PER OPERARSI MEGLIO